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al testo di Ludovico Maradei
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Saprò rovistare tra facce stanche ma chi avrà begli anni a vestirsi di me nella discarica di un dolore?
Spendo amuleti corteggia fortuna nelle funzioni di un sonno bambino, i sogni suoi di urti da latte di angeli universali e neuropatie residenziali come fuliggine a briglia sciolta in camini improbabili di resistenza.
Io so di lenti cavalieri dell'ozio come balli e celebrazioni so di sorprese e articolazioni ormai tra benevole dimenticanze.
Per farsi strada una gratitudine mi parla spesso di cosa voglio mi cuce un'indole su misura mi ascrive a un culto di umanità. |
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